Il libro curato da Monica Didò e Francesco Tufarelli lancia un richiamo per un’Europa libera e unita, individuando 13 storie di successo della UE accuratamente analizzate e raccontate ai lettori per sollecitare l’esigenza di continuare a procedere lungo il cammino dell’integrazione.
Agenda Italia 2023 ha un intendimento ambizioso: “suggerire riforme concrete e d’impatto” per consentire all’Italia di superare la stasi economica e sociale degli ultimi anni, muovendo da una approfondita analisi della situazione.
Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, ha la responsabilità di realizzare la riforma della fiscalità digitale e di gestirne la comunicazione successiva affinché ogni paese europeo giunga preparato all'attuazione delle modifiche che saranno necessarie per adeguarsi alla nuova normativa.
L’economia italiana è cresciuta poco negli ultimi vent’anni. Ha accelerato un po’ nel 2017, ma hanno accelerato anche tutti gli altri paesi. Se fosse una corsa ciclistica, sarebbe come rallegrarsi di andare più veloci senza accorgersi di avere iniziato un tratto in discesa. In realtà, anche in discesa il distacco dal gruppo sta aumentando
L'Associazione di cultura economica e politica Guido Carli ha il privilegio e l'onore di essere ospite di un'istituzione che con la propria opera, con le proprie analisi, con la propria condotta, ha illustrato e continua a illustrare l'Italia e che ci dà l'opportunità di discutere del ruolo della Germania, che esercita un influsso non secondario sull'economia italiana e sull'Europa.
La società italiana, oggi, dopo venticinque anni di stagnazione della produttività e dopo due terribili recessioni (2008-09 e 2012-14), appare ripiegata su sé stessa, rassegnata. Alla crisi economia è seguita una vera e propria crisi di fiducia, più pericolosa della prima. Famiglia, patrimonio, sanità, pensioni tengono insieme una società che rischia di disgregarsi. Tuttavia la storia insegna che quando l'alta politica e l'alta tecnica orientano il Paese, la società italiana risponde, la nostra creatività e la nostra capacità di lavoro, combinandosi, esprimono il meglio di sé. Lo spirito di solidarietà che illuminò gli anni della ricostruzione permise all'Italia di crescere quasi del 6% l'anno, per vent'anni, senza inflazione, senza disoccupazione, senza deficit pubblico. La politica svolse un ruolo determinante.
Dopo la proficua missione del 25 aprile a Beirut, l’Associazione di cultura economica e politica Guido Carli ha organizzato a Milano, insieme a Camera di Commercio di Milano-Promos e ad Assolombarda, una giornata d’incontri con una delegazione libanese composta da autorevoli membri del Lebanese Italian Business Council “LEBITALIA” e della Chamber of Commerce, Industry and Agriculture of Beirut & Mount Lebanon.
Venerdì 5 maggio, su invito di Ferruccio Resta, Rettore del Politecnico di Milano e componente del comitato scientifico dell’Associazione di cultura economica e politica Guido Carli, Federico Carli e Carlo Radice Fossati, Presidente e Vice Presidente dell’Associazione, accompagnati da alcuni soci, hanno visitato i laboratori della Bovisa.
Martedì 25 aprile 2017 il presidente dell’Associazione di cultura economica e politica Guido Carli, Federico Carli, si è recato a Beirut, con alcuni soci, per un incontro promosso dal Lebanese Italian Business Council “LEBITALIA”, iniziativa avviata dal 2013 dalla Chamber of Commerce, Industry and Agriculture of Beirut & Mount Lebanon e dalla Camera di Commercio di Milano-Promos, sotto l’egida dell’Ambasciata d’Italia a Beirut e del Ministero dell’Industria del Libano.
Il 7 febbraio 1992 dodici paesi firmarono il Trattato di Maastricht. In questo quarto di secolo molte cose sono cambiate: l’Ue è passata da 12 a 28 Stati membri senza che la sua governance mutasse significativamente; gli elementi di flessibilità dei “parametri” – ottenuti con enormi sforzi dalla delegazione italiana – sono stati eliminati da accordi successivi; i principi di sussidiarietà e di solidarietà tra Stati enunciati nel Trattato sono stati disattesi dalla proliferazione di regolamenti e norme emanati da Bruxelles e da atteggiamenti dei singoli governi improntati meno alla cooperazione che alla sfiducia.