Genova
Piazza Santa Marta 2
Sala Quadrivium
Programma del Convegno
Introduzione:
Giorgio Mosci (Presidente, UCID Genova), Le buone tasse
Relazioni:
Gianfranco Gaffuri (già professore di diritto tributario, Università degli Studi di Milano), Fiscalità e Dottrina Sociale della Chiesa
Ferdinando Leotta (Alleanza Cattolica), XI Comandamento? Spunti per una riflessione sul rapporto tra fisco e morale
Giovanni Scanagatta (già segretario generale Genova, UCID), Etica e fisco
Tavola rotonda:
Federico Carli (Presidente, Associazione di cultura economica e politica Guido Carli)
Francesca Mariotti (Direttore Politiche Fiscali, Confindustria)
Giovanni Mondini (Presidente, Confindustria Genova)
Nicola Rossi (Istituto Bruno Leoni)
Alessandro Tommasi (Public Policy Manager, Airbnb Italia)
Davide Viziano (Vicepresidente, UCID Nazionale)
Conclusioni:
S.Em. Arcivescovo Angelo Bagnasco
Modera:
Marco Tarquinio (Direttore, Avvenire)
La società italiana, oggi, dopo venticinque anni di stagnazione della produttività e dopo due terribili recessioni (2008-09 e 2012-14), appare ripiegata su sé stessa, rassegnata. Alla crisi economia è seguita una vera e propria crisi di fiducia, più pericolosa della prima. Famiglia, patrimonio, sanità, pensioni tengono insieme una società che rischia di disgregarsi.
Tuttavia la storia insegna che quando l'alta politica e l'alta tecnica orientano il Paese, la società italiana risponde, la nostra creatività e la nostra capacità di lavoro, combinandosi, esprimono il meglio di sé. Lo spirito di solidarietà che illuminò gli anni della ricostruzione permise all'Italia di crescere quasi del 6% l'anno, per vent'anni, senza inflazione, senza disoccupazione, senza deficit pubblico. La politica svolse un ruolo determinante.
Ma chi è il politico? Il politico è colui il quale possiede una speciale attitudine a tracciare la linea della sopportabilità sociale del rigore fiscale, colui il quale possiede una speciale attitudine a individuare "la soglia del dolore" (fiscale) della società. Questa soglia non è storicamente data, bensì essa dipende da fattori non slegati dalla qualità stessa dei "medici che effettuano la diagnosi".
Essendo la qualità dei "medici" centrale, diviene centrale ragionare sui processi di formazione e selezione della classe dirigente. Il ruolo dei corpi intermedi è cruciale. Alla classe dirigente si richiedono competenza, integrità morale, visione. L'importanza dell'esempio è fondamentale ai fini dei comportamenti che un'intera società assume. L'autorità capace di suscitare azioni sociali ispirate a principi nobili è figlia del prestigio e dell'autorevolezza, non della carica che un uomo temporaneamente ricopre.
Qualità e quantità dei servizi (sanità, istruzione, sicurezza, difesa, pensioni, decoro urbano, infrastrutture) offerti dallo Stato e leggi "giuste" esercitano altresì un effetto sul livello in cui si situa quella soglia. Occorre preservare quei servizi, innalzandone la qualità, e ricondurre a unità il nostro ordinamento giuridico.
La pressione fiscale oggi si colloca al limite della soglia del dolore della società italiana. Pensare di risolvere i problemi di finanza pubblica attraverso l'inasprimento della pressione fiscale o l'ulteriore taglio dei servizi offerti dallo Stato ai cittadini sarebbe un drammatico errore. Esistono 4/5 punti di PIL di spesa improduttiva non socialmente utile che è possibile aggredire per finanziare la riduzione della pressione fiscale e il rilancio degli investimenti pubblici. La politica dell'annuncio a cui non seguono i fatti provoca la perdita di credibilità dell'intera classe dirigente: negli ultimi anni la pressione fiscale è rimasta alta, i servizi sono stati tagliati. Solo una politica per lo sviluppo, condotta da persone autorevoli e moralmente integre, può risolvere i problemi di finanza pubblica, favorendo il riassorbimento dell'evasione. Sul piano generale, la rassegnazione e la sfiducia così come la diffusione della prosperità non associata a valori condivisi esasperano il disinteresse per le questioni concernenti la condotta dello Stato; propagano la convinzione che le sorti dell'economia siano disgiunte da quelle della politica; avvalorano la credenza che un indirizzo sia intercambiabile con qualunque altro; spingono i più deboli verso una sorta di "antropolatria", nella quale si spegne l'idea di libertà umana. Il compito delle forze popolari e democratiche di questo Paese è impedire che tutto ciò si compia.
Per raggiungere questi obiettivi non possiamo essere eversivi, ma dobbiamo essere dissidenti. Dissidenti, e propositivi. Non uniformi e omogenei al pensiero dominante, ma liberi e incisivi