Tribuna Iberoamericana: nuove prospettive per una cooperazione globale

Tribuna Iberoamericana: nuove prospettive per una cooperazione globale

Tribuna Iberoamericana: nuove prospettive per una cooperazione globale


Il 15 maggio, Federico Carli, Presidente dell’Associazione Guido Carli, è intervenuto come ospite d’onore presso l’Università di Siviglia nell’ambito della conferenza internazionale Tribuna Iberoamericana, uno spazio di alto profilo dedicato al dialogo tra Europa e America Latina.

Nel suo intervento, Carli ha offerto una riflessione ampia e approfondita sui profondi mutamenti degli equilibri geopolitici nel cosiddetto “Mondo Nuovo”, evidenziando l’urgenza di rafforzare il dialogo tra i due continenti come strumento essenziale per affrontare le sfide globali più pressanti.

In un contesto segnato da pressioni demografiche, crescente instabilità politica e gravi squilibri ambientali, Carli ha individuato nelle tre “I” – iniquità, instabilità e inquinamento – le principali criticità che minacciano la coesione e la sostenibilità del sistema internazionale. Di fronte a una leadership globale sempre più frammentata, ha ribadito la necessità di rilanciare alleanze fondate su valori condivisi quali democrazia, libertà e progresso inclusivo.

Tra i temi centrali affrontati, particolare rilievo è stato attribuito al ruolo strategico di accordi commerciali e politici come il trattato Mercosur–Unione Europea, intesi non solo come strumenti di crescita economica, ma anche come leve di cooperazione geopolitica, capaci di promuovere un ordine internazionale più equo, stabile e sostenibile.

L’incontro ha visto gli interventi di Paulo Borba Casella, docente di Diritto internazionale presso l’Università di San Paolo, con una relazione su “Ordine Internazionale e Colonialismo”, di Pablo Antonio Fernández Sánchez, direttore scientifico della Tribuna Iberoamericana, e della professoressa Ana Cristina Gallego Hernández, segretaria del TEAL, che ha moderato il dibattito e coordinato l’intera giornata di lavori.

La partecipazione di Federico Carli alla Tribuna Iberoamericana conferma l’impegno attivo dell’Associazione Guido Carli nella promozione di un dialogo multilaterale aperto, inclusivo e orientato a costruire nuove sinergie tra continenti, in un’ottica di crescita comune e responsabilità globale.


Un ponte tra Italia e Germania

Un ponte tra Italia e Germania

Un ponte tra Italia e Germania

Nel quadro del rafforzamento dei processi di internazionalizzazione e della promozione di scambi culturali, scientifici ed economici tra Italia e Germania, l’Associazione Guido Carli ha promosso un evento di grande rilievo che ha visto protagonista il Vice Ambasciatore della Germania in Italia, Benjamin Hanna, in visita istituzionale in Abruzzo.

La giornata si è aperta con un incontro presso l’Università degli Studi di Teramo, dove il diplomatico è stato accolto dal Rettore Christian Corsi. Il confronto si è rivelato un’importante occasione di dialogo sulle prospettive di cooperazione tra i due Paesi, con particolare attenzione ai temi dell’innovazione, della ricerca e della formazione. L’Università di Teramo si conferma così un punto di riferimento per la crescita culturale e professionale delle nuove generazioni, nonché un hub di collaborazione internazionale.

Nel pomeriggio, il programma è proseguito con la visita presso la TML, azienda simbolo dell’eccellenza imprenditoriale abruzzese, fondata dalla famiglia Loddo. Qui il Vice Ambasciatore ha incontrato una selezione di imprese locali già attive nei mercati tedeschi, sottolineando l’importanza di intensificare i legami commerciali e industriali tra le due economie. Alla visita ha preso parte anche Confindustria Abruzzo, che ha evidenziato il valore strategico di tali incontri per rafforzare la competitività del tessuto produttivo regionale sui mercati internazionali.

L’intera giornata ha avuto grande risonanza sulla stampa regionale e nazionale, a testimonianza dell’interesse e della rilevanza dell’evento nel quadro delle relazioni bilaterali tra Italia e Germania. Questi momenti di incontro, che uniscono diplomazia, università e impresa, rappresentano infatti un volano di sviluppo economico, culturale e industriale per l’Abruzzo, rafforzandone il ruolo nello scenario europeo e globale.




Il Mondo Nuovo: L'Ambasciatore del Brasile incontra l'Associazione Guido Carli

Il Mondo Nuovo: L'Ambasciatore del Brasile incontra l'Associazione Guido Carli

Il Mondo Nuovo: L'Ambasciatore del Brasile incontra l'Associazione Guido Carli

Il 12 maggio 2025, in occasione del sesto incontro del ciclo "Il Mondo Nuovo", l'Associazione Guido Carli ha avuto l'onore di ospitare, presso l'Università degli Studi Guglielmo Marconi, l'Ambasciatore del
Brasile in Italia, Renato Mosca, il quale ha offerto una riflessione articolata sul ruolo del Brasile nell'attuale contesto globale segnato da profonde trasformazioni geopolitiche, economiche e ambientali.

L'iniziativa, moderata dal Presidente dell'Associazione Guido Carli, Federico Carli, e introdotta dai saluti istituzionali del Vice Rettore dell’Uni Marconi Francesca Guelfo, ha rappresentato un momento di alto livello culturale e politico.

Nel suo intervento, l'Ambasciatore ha tracciato un quadro chiaro e ambizioso del Brasile come protagonista nelle sfide globali, grazie a un impegno rinnovato per la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale e la cooperazione internazionale. Un Paese che torna a essere un partner strategico per l'Italia e l'Europa in un mondo in rapida evoluzione.

Di seguito il testo integrale del discorso pronunciato dall'Ambasciatore:

Con grande soddisfazione, partecipo a questo incontro con l’Associazione Guido Carli nell’Università degli Studi Guglielmo Marconi. Vorrei ringraziare il Presidente dell’Associazione, Federico Carli, per l’invito, e il Rettore dell’UniMarconi, Marco Abate, per aver ospitato questo evento, e soprattutto ringraziare tutti voi per la vostra presenza e per l’interesse ad ascoltare il punto di vista brasiliano su questo nuovo mondo all’orizzonte.

Ma di quale mondo nuovo stiamo parlando? Non è automatico tracciare una linea chiara di separazione tra i fondamenti del mondo in cui vivevamo fino a poco tempo fa e le nuove circostanze sempre più presenti nella geopolitica internazionale. Se davvero stiamo vivendo un periodo di transizione, questi due mondi coesisteranno per un certo tempo, fino a quando un nuovo ordine, con caratteristiche proprie, si imporrà e prevarrà sulle vecchie strutture.

Comunque, sembra evidente che stiamo attraversando un momento in cui vengono messe in discussione regole e valori che pensavamo fossero definitivamente incorporati nel rapporto tra le nazioni. Mi riferirò soltanto a un paio di aspetti cruciali: l’attacco al multilateralismo, che è il pilastro dell’ordine internazionale in cui tutti i Paesi sono uguali, e la perdita di efficacia del sistema commerciale internazionale, che deve essere equo e basato su regole comuni, trasparente, inclusivo, non discriminatorio, sostenibile e orientato allo sviluppo.

Nell’ambito del multilateralismo, due guerre che attualmente mobilitano maggiormente l’opinione pubblica internazionale (Ucraina e Gaza) ci mostrano che forse siamo di fronte a un mondo in cui il sistema multilaterale ha perso la capacità – che già non era più quella di un tempo – di sorveglianza, monitoraggio, mediazione e risoluzione dei conflitti. Le Nazioni Unite risultano inattive di fronte al contesto attuale. Persino il Consiglio di Sicurezza ha fallito nel suo compito principale: pronunciarsi sui temi sensibili per l’ordine e salvaguardare la pace e la sicurezza internazionale.

Nel caso della Russia e dell’Ucraina, ad esempio, l’ultima risoluzione del Consiglio risale a febbraio di quest’anno e proponeva una rapida fine del conflitto, senza tuttavia attribuire responsabilità o esigere azioni concrete dalle parti coinvolte. Invece, la negoziazione è stata condotta su base bilaterale, con l’intervento degli Stati Uniti e con il coinvolgimento di pochi altri Paesi. Il sistema multilaterale di risoluzione dei conflitti ha perso efficacia e rischia di diventare irrilevante.

Per quanto riguarda Gaza, l’ultima risoluzione è del giugno 2024 e propone tre fasi di attuazione: fine della violenza, liberazione degli ostaggi e ritiro delle forze israeliane dalle aree di Gaza. Si è avanzato ben poco in tal senso. Ciò che appare più chiaramente sono azioni sempre più legate al potere effettivo degli attori che manovrano il sistema secondo i propri interessi, senza particolare attenzione alle norme e ai principi internazionali vigenti.

Ciò che appare più sorprendente è che l’attacco al multilateralismo provenga in gran parte dal governo degli Stati Uniti, il Paese che ha plasmato questo ordine nel secondo dopoguerra.

Per quanto riguarda il sistema commerciale internazionale, che dovrebbe difendere regole eque di libero scambio, evitare il protezionismo e promuovere lo sviluppo, ciò che osserviamo è l’emergere di misure unilaterali che compromettono gli scambi, colpiscono le catene produttive e rallentano lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni.

Decisamente, questo non è il mondo che il Brasile difende.

Il Brasile e l’Italia sono due solide democrazie e partner strategici. Consapevoli che il sistema internazionale sta attraversando un momento storico difficile, in cui l’esasperazione di logiche competitive potrebbe portare a una indesiderata frammentazione dell’ordine internazionale, è essenziale mantenere una stretta collaborazione a favore della pace, della stabilità e della sicurezza internazionali, del rispetto dei diritti umani, del rafforzamento del multilateralismo e della promozione dello sviluppo sostenibile, della giustizia sociale e della sicurezza alimentare.

In tutto ciò, Brasile e Italia hanno visioni convergenti.

Per il Brasile, il mondo a cui aspiriamo è più giusto, sostenibile e aperto al dialogo. Il Brasile si impegna per un mondo più giusto: è imprescindibile combattere la fame e le disuguaglianze, sia all’interno che al di fuori dei nostri confini.

Il governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha ripreso tutte le politiche pubbliche sociali abbandonate dal governo precedente, come la “Borsa Famiglia”, una sorta di reddito di cittadinanza a beneficio delle classi meno avvantaggiate.

Nel Vertice del G20 a Rio de Janeiro, lo scorso novembre, il Presidente brasiliano ha guidato il lancio dell’Alleanza Globale Contro la Fame e la Povertà, un’iniziativa volta a ridurre la fame, la povertà e le disuguaglianze in tutto il mondo.

L’Alleanza conta oggi 185 membri, tra cui l’Italia e altri 91 Paesi, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie e fondazioni filantropiche. Il Meccanismo di Sostegno dell’Alleanza ha sede a Roma, presso la FAO, e il suo obiettivo sarà identificare e condividere casi di successo di politiche pubbliche che abbiano migliorato le condizioni economiche e sociali delle popolazioni.

La missione dell’Alleanza è chiara: entro il 2030, punta a ridurre le disuguaglianze e a rivitalizzare le partnership globali per lo sviluppo sostenibile. Funzionerà come una piattaforma per connettere i Paesi che cercano supporto per le politiche pubbliche, condividere le migliori pratiche e mobilitare risorse per politiche adattate alle realtà di ciascun Paese membro al fine di eradicare la fame e la povertà in un quadro sostenibile.

In questo sforzo congiunto, contiamo sin dall’inizio sulla partecipazione dell’Italia, Paese storicamente impegnato nella promozione della sicurezza alimentare e membro fondatore dell’Alleanza.

Il Brasile difende un mondo più sostenibile, soprattutto nel contrasto al cambiamento climatico. L’impegno del governo brasiliano si riflette nella decisione di ospitare la trentesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP30) nella città di Belém. Promuovere la COP30 in Amazzonia significa anche guardare verso questa regione dall’interno, riconoscere le sfide delle sue popolazioni, comprese le comunità indigene e fluviali.

La presidenza brasiliana della COP30 lavorerà per rafforzare la cooperazione e la governance climatica internazionali, avanzando i cinque pilastri del regime climatico: mitigazione, adattamento, finanziamento, tecnologia e capacity building. Il Brasile ha presentato il suo nuovo Contributo Nazionale Determinato (NDC) con un percorso ambizioso di riduzione delle emissioni. Incoraggiamo tutti i Paesi a rivedere le proprie NDC per guadagnare slancio nei loro impegni nella lotta contro il cambiamento climatico, con l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a un grado e mezzo Celsius, livello che, secondo alcuni scienziati, è già stato superato.

Comunque, siamo determinati a fare della COP30 una COP orientata ai risultati. La crisi climatica è urgente e reale. Il governo brasiliano incoraggia una partecipazione attiva e costruttiva dell’Italia alla COP30, così come discussioni e progetti significativi che coinvolgano le aziende italiane, i centri di ricerca e la società civile nella conferenza. Dobbiamo passare immediatamente dalla fase dei negoziati, che si è chiusa a Baku, a quella dell’azione e della ricerca di finanziamento per affrontare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi.

Va sottolineato che il Brasile del presidente Lula ritiene che la deforestazione sia un atto illecito, e non possa essere accettata in nessuna circostanza. Peraltro, usare terre deforestate per la produzione agricola e zootecnica non è più possibile con i nostri controlli vigenti, che includono la georeferenziazione e la tracciabilità con l’applicazione di alta tecnologia.

Il nostro impegno è raggiungere la deforestazione zero in Amazzonia entro il 2030 e azzerare le emissioni nette entro il 2050. Cito al proposito un dato di cui molti non sono a conoscenza: il 49% del mix energetico totale e il 90% della produzione di elettricità del Brasile provengono da fonti rinnovabili. Riconosciamo che il nostro principale problema di emissione di carbonio è ancora la deforestazione, ma stiamo lavorando affinché sia eliminata con la determinazione di un Paese che vuole essere all’avanguardia nella difesa dell’ambiente, nella transizione energetica e nello sviluppo sociale ed economico sostenibile.

Con ciò arriviamo al terzo punto: nella visione brasiliana, il mondo nuovo deve essere aperto al dialogo e alla cooperazione.

Purtroppo, abbiamo constatato la tendenza opposta: il multilateralismo è in pericolo e il sistema internazionale è sempre più frammentato. Alcuni confini sono sempre più chiusi – alle persone, ai prodotti e alle idee. Le numerose crisi e conflitti in corso si approfondiscono tra tensioni geopolitiche, protezionismo e guerre tariffarie, con interrogativi sulla scienza e discredito verso gli organismi internazionali.

Questo mondo di sfiducia e incertezza non interessa al Brasile. Siamo determinati a lavorare insieme ai nostri partner internazionali, come l’Italia e l’Unione Europea, per rafforzare il cammino della cooperazione. Un esempio concreto in tal senso è stata la conclusione dell’Accordo di Partenariato Mercosur–Unione Europea, nel dicembre 2024, dopo oltre due decenni di negoziati.

Si tratta di un risultato equilibrato che apre nuove opportunità al mercato agricolo, alle industrie e alle aziende di entrambi i blocchi. Per l’Italia, in particolare, l’accordo con il Mercosur porterà evidenti guadagni: le oltre mille imprese italiane presenti in Brasile dovrebbero trarre benefici immediati dall’entrata in vigore del trattato. Siamo convinti che l’Italia voterà a favore nel Consiglio Europeo e che gli eurodeputati italiani sosterranno l’accordo nel Parlamento.

È essenziale lavorare per un commercio internazionale guidato da un sistema prevedibile con regole giuste e trasparenti. Siamo consapevoli delle considerazioni degli agricoltori europei riguardo all’accordo, ragione per cui cerchiamo di favorire il dialogo sul tema con i diversi interlocutori, come le confederazioni agricole italiane. In contrapposizione alle misure restrittive, è urgente promuovere iniziative inclusive che rafforzino la produzione agricola sostenibile nei suoi aspetti sociali, economici e ambientali.

Cari studenti,

In questo nuovo mondo, sono sicuro che le relazioni tra il Brasile e l’Italia, due grandi democrazie e partner strategici, contribuiscono alla costruzione di questo futuro di pace e prosperità che riteniamo essere il migliore per tutta l’umanità. In un contesto geopolitico turbolento, il valore del Brasile e dell’America Latina come partner affidabili e strategici per l’Italia e per l’Europa risulta ancora più evidente.

Il rapporto bilaterale tra il Brasile e l’Italia è storico, tradizionale e basato su un’ampia gamma di valori e interessi comuni. Questa confluenza beneficia, in larga misura, della presenza in Brasile di circa 35 milioni di discendenti di italiani e di circa 150 mila brasiliani residenti in Italia.

Il flusso commerciale bilaterale ha raggiunto i 10 miliardi di dollari nel 2024, con una crescita del 9%. La presenza imprenditoriale italiana conta oltre mille filiali e stabilimenti produttivi in Brasile, che danno lavoro a 150 mila dipendenti diretti. Lo stock di investimenti esteri dell’Italia in Brasile, nel 2023, ha superato i 23 miliardi di dollari, coinvolgendo settori come elettricità e gas, informazione e comunicazione, e le industrie manifatturiere. Vale a dire, nonostante l’intenso scambio, esiste ancora molto spazio inesplorato tra due economie complementari che superano i due mila miliardi di dollari.

In questo nuovo mondo, dobbiamo promuovere la cooperazione con particolare attenzione alla bioeconomia, alla decarbonizzazione, alla transizione e sicurezza energetica, e alle filiere agroindustriali sostenibili. Anche nel campo della scienza e della tecnologia, la solida collaborazione tra istituzioni brasiliane e italiane contribuisce ad avanzamenti significativi in questi e in altri settori.

Insomma, discorso e azione brasiliani si basano sul fatto che il Brasile è tornato sulla scena internazionale e ha ripreso suoi tradizionali orientamenti di politica estera, valorizzando e dialogando con tutti, cercando di sradicare la fame e la povertà, proteggere l’ambiente, i diritti umani e i popoli indigeni, promuovere lo sviluppo sostenibile, riformare la governance globale, combattere il cambiamento climatico, difendere la pace, tra i tanti temi centrali di oggi che sono convergenti con la politica estera italiana. Questo è il nuovo mondo che vogliamo costruire.



Sustainab-Italy: verso un futuro sostenibile

Sustainab-Italy: verso un futuro sostenibile

Sustainab-Italy: verso un futuro sostenibile

Il 6 maggio si è tenuto, presso la storica biblioteca del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, un importante momento di incontro e riflessione nell’ambito dell’evento “Sustainab-Italy”, convegno promosso dall’Università degli Studi “Guglielmo Marconi” e dall’Associazione Guido Carli.

La presentazione è stata inserita nella prestigiosa cornice degli eventi organizzati in occasione della celebrazione della Giornata del Made in Italy, e ha rappresentato un ponte tra accademia, istituzioni e giovani generazioni. L’incontro ha inoltre offerto spunti di riflessione su come i segnali di sostenibilità influenzino sempre più le scelte d’acquisto e la disponibilità a pagare, ribadendo al contempo il valore strategico del “Made in Italy” nel panorama globale.

Tra i temi centrali dello studio presentato, il ruolo crescente della trasparenza e della responsabilità sociale delle imprese, nonché l’esigenza di integrare sostenibilità ambientale ed economica per rafforzare la competitività del sistema moda italiano.

La giornata è stata arricchita dagli interventi di relatori d’eccezione:

- Principessa Maria Pia Ruspoli, Moderatrice

- Federico Carli, Presidente dell’Associazione Guido Carli

- Marco Abate, Rettore dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi

- Michela Matarazzo, Vice-Direttrice del Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali, Giuridiche e Politiche dell’Università Marconi

- Giuseppe Pietrafesa, Funzionario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT)

- Francesco Capodiferro, Amministratore Delegato e consulente Made in Italy

- Aleksandra Badura, Founder & CEO di BHB World

- Maria Luisa Rubino, Responsabile Nazionale Federazioni Moda e Artistico di Confartigianato Imprese

Un ringraziamento particolare va a Federico Eichberg, Capo di Gabinetto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per aver accolto e supportato questa iniziativa, che conferma l’impegno dell’Associazione Guido Carli nella promozione di un dialogo costruttivo tra ricerca, politica e mondo produttivo.

Recensione: India @70, Modi @3.5

Recensione: India @70, Modi @3.5

Recensione: India @70, Modi @3.5

di Simone Abriani

Il volume “India @70, Modi @3.5” si presenta come una raccolta di saggi che analizzano i cambiamenti avvenuti in India nei primi tre anni e mezzo del governo di Narendra Modi, a settant’anni dall’indipendenza del paese. Curato da Bibek Debroy e Ashok Malik, il libro offre una panoramica delle riforme e delle iniziative intraprese durante questo periodo cruciale, con l’obiettivo dichiarato di documentare la trasformazione dell’India sotto una leadership decisa e orientata all’efficienza.

Uno degli aspetti più interessanti è la varietà dei contributi: si spazia dall’economia all’inclusione sociale, dalle infrastrutture alla diplomazia. Ogni saggio è firmato da un esperto nel proprio campo, e questo garantisce al lettore un approccio analitico, ben documentato e, soprattutto, multidimensionale.

Tra i temi trattati, spicca il programma Ujjwala, volto a fornire gas da cucina alle famiglie rurali. L’impatto di questa iniziativa è raccontato non solo in termini numerici, ma anche umani: milioni di donne hanno potuto abbandonare combustibili nocivi come il carbone e il legno, migliorando così la salute domestica e riducendo l’inquinamento indoor. È un esempio di come un intervento mirato possa generare un effetto moltiplicatore sul benessere collettivo.

L’introduzione della Goods and Services Tax (GST) è analizzata come una riforma fiscale epocale, destinata a semplificare la burocrazia e favorire un mercato interno più integrato. Il ibro evidenzia come questa misura abbia contribuito ad aumentare la compliance fiscale, nonostante le iniziali difficoltà di adattamento da parte delle imprese.

Il capitolo dedicato alla missione Swachh Bharat (India Pulita) mostra come il governo abbia puntato su una trasformazione anche culturale, investendo su infrastrutture igienico-sanitarie ma anche su una massiccia campagna di sensibilizzazione. La costruzione di milioni di toilette, soprattutto nelle aree rurali, viene analizzata non solo come un’opera pubblica, ma come un tentativo di cambiamento sociale profondo.

Interessante anche l’approfondimento sul progetto delle Smart Cities, con il quale l’esecutivo ha voluto spingere verso una modernizzazione dei centri urbani, puntando su sostenibilità ambientale, tecnologia e vivibilità. Il saggio evidenzia sia le ambizioni sia le sfide di un processo che è ancora in corso, ma che ha già generato una nuova attenzione all’urbanizzazione intelligente.

Infine, il libro dedica spazio al posizionamento internazionale dell’India, sottolineando l’attivismo del governo Modi nei consessi multilaterali e la ricerca di nuove alleanze strategiche, in particolare nell’Indo-Pacifico. L’India che emerge da questi saggi è un paese consapevole del proprio peso globale e intenzionato a contare, non solo a livello economico ma anche geopolitico.

Nel complesso, il tono del volume è positivo, talvolta celebrativo, ma sempre supportato da dati, esempi e analisi. Non si tratta di un’agiografia, quanto di un’opera che cerca di documentare i risultati ottenuti, lasciando però poco spazio a critiche o visioni alternative.

La struttura a saggi separati permette di affrontare i temi anche singolarmente, rendendo la lettura accessibile anche a chi voglia approfondire un solo ambito. Tuttavia, la ricchezza di informazioni e la varietà degli argomenti premiano una lettura completa, che consente di cogliere il quadro più ampio della trasformazione in atto.

In definitiva, “India @70, Modi @3.5” è un libro utile per chi voglia comprendere l’evoluzione dell’India contemporanea. Lo consiglio in particolare a studenti, analisti, decisori pubblici e a chiunque abbia interesse per le dinamiche economiche e politiche del subcontinente. È una lettura che unisce rigore, ambizione narrativa e una prospettiva concreta su un paese in pieno cambiamento.

Abruzzo e Germania: un legame storico che guarda al futuro

Abruzzo e Germania: un legame storico che guarda al futuro

Abruzzo e Germania: un legame storico che guarda al futuro

Il 26/03/2025 presso il MicHub di Pescara ha avuto luogo una grande giornata volta alla crescita  e alla cooperazione internazionale. Grazie ad un evento di alto profilo, promosso dalla Fondazione Pescarabruzzo e dall’Associazione Guido Carli.

Fondamentale la presenza dell’Ambasciatore di Germania in Italia, Hans-Dieter Lucas, che nel suo discorso ha sottolineato l’importanza di un’Europa forte e coesa, capace di affrontare le sfide globali attraverso relazioni economiche, culturali e sociali sempre più integrate. Ha inoltre testimoniato come la collaborazione tra Germania e Abruzzo costituisca un esempio virtuoso di integrazione europea, evidenziando inoltre il potenziale della regione Abruzzo come polo strategico per l’innovazione, l’export e il turismo.

Ad aprire i lavori è stato il Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, che ha evidenziato il forte legame che ormai da tempo lega le due realtà. “Oggi celebriamo non solo una relazione istituzionale, ma un’alleanza storica e umana”.

A chiudere la conferenza è stato Federico Carli, Presidente dell’Associazione Guido Carli, che ha ribadito l’importanza di creare nuove occasioni di cooperazione. “Crediamo che il rafforzamento delle relazioni bilaterali possa portare a risultati concreti che favoriscano la crescita economica e culturale sia per l’Abruzzo sia per la Germania”.

L’evento è stato quindi testimonianza di come la coesione europea non sia solo un obiettivo politico, ma una realtà che si costruisce giorno dopo giorno attraverso il dialogo tra territori, istituzioni e imprese.

Creando così un’Europa che guarda con fiducia alle sfide del domani.

 

"Conversazione sull'Europa" con l'Ambasciatore Hans-Dieter Lucas

"Conversazione sull'Europa" con l'Ambasciatore Hans-Dieter Lucas

"Conversazione sull'Europa" con l'Ambasciatore Hans-Dieter Lucas: il Primo Incontro del Ciclo "Il Mondo Nuovo" dell'Associazione Guido Carli

di Flavio Avallone

L'Associazione Guido Carli il 27 novembre 2024 ha dato il via a un ciclo di conferenze intitolato "Il Mondo Nuovo", nome ispirato dal libro di Federico Carli “L'Italia nel mondo nuovo”.  Il primo appuntamento denominato "Conversazione sull'Europa" ha visto come protagonista l'Ambasciatore della Germania in Italia, Hans-Dieter Lucas, che ha offerto una riflessione approfondita sulle principali sfide geopolitiche che l'Europa si trova ad affrontare oggi.

Nel suo discorso, l'Ambasciatore Lucas ha delineato un panorama globale in profonda trasformazione, mettendo in evidenza come la guerra in Ucraina e i cambiamenti geopolitici stiano ridefinendo il ruolo dell'Europa nel contesto internazionale. "L'Europa deve rispondere a una domanda fondamentale: vogliamo essere una forza attiva in un mondo multipolare, in grado di difendere i nostri interessi e valori, o siamo disposti a diventare una provincia nel contesto globale?" ha dichiarato Lucas, sottolineando l'importanza di trovare risposte rapide alle sfide comuni.

L'Ambasciatore ha affrontato con particolare attenzione tre temi principali che l'Europa deve affrontare nei prossimi anni: il rafforzamento della competitività, la sicurezza in un mondo sempre più instabile e la transizione verde. Ha, infatti, ribadito l'urgenza di un'azione europea coordinata per rispondere alla crescente competizione globale e alla necessità di rafforzare la difesa collettiva all'interno della NATO.

La conferenza ha suscitato un ampio dibattito, con domande dal pubblico riguardanti temi cruciali come il futuro dell'industria automobilistica tedesca, con particolare riferimento al caso Volkswagen, il ruolo della Germania nella NATO e la prospettiva di un allargamento dell'Unione Europea, con particolare attenzione ai Balcani occidentali e all'Ucraina.

Federico Carli, presidente dell'Associazione Guido Carli, ha espresso grande soddisfazione per l'inizio di questo ciclo di conferenze che ha l'obiettivo di stimolare il pensiero critico e coinvolgere le nuove generazioni nelle discussioni su temi di fondamentale importanza per l'Europa e il mondo. "Le sfide sono enormi, ma solo affrontandole insieme e con determinazione possiamo costruire un futuro migliore per l'Europa e per le future generazioni", ha affermato Carli.

Il ciclo di conferenze "Il Mondo Nuovo" proseguirà  il 29 gennaio con l’incontro “La Francia, l’Italia e il futuro dell’Europa” e avrà come protagonista l’Ambasciatore francese in Italia Martin Briens, per continuare ad  approfondire le questioni cruciali per l'Europa e per continuare ad  esplorare le risposte necessarie per un futuro più competitivo e coeso.