Recensione: India @70, Modi @3.5
di Simone Abriani
Il volume “India @70, Modi @3.5” si presenta come una raccolta di saggi che analizzano i cambiamenti avvenuti in India nei primi tre anni e mezzo del governo di Narendra Modi, a settant’anni dall’indipendenza del paese. Curato da Bibek Debroy e Ashok Malik, il libro offre una panoramica delle riforme e delle iniziative intraprese durante questo periodo cruciale, con l’obiettivo dichiarato di documentare la trasformazione dell’India sotto una leadership decisa e orientata all’efficienza.
Uno degli aspetti più interessanti è la varietà dei contributi: si spazia dall’economia all’inclusione sociale, dalle infrastrutture alla diplomazia. Ogni saggio è firmato da un esperto nel proprio campo, e questo garantisce al lettore un approccio analitico, ben documentato e, soprattutto, multidimensionale.
Tra i temi trattati, spicca il programma Ujjwala, volto a fornire gas da cucina alle famiglie rurali. L’impatto di questa iniziativa è raccontato non solo in termini numerici, ma anche umani: milioni di donne hanno potuto abbandonare combustibili nocivi come il carbone e il legno, migliorando così la salute domestica e riducendo l’inquinamento indoor. È un esempio di come un intervento mirato possa generare un effetto moltiplicatore sul benessere collettivo.
L’introduzione della Goods and Services Tax (GST) è analizzata come una riforma fiscale epocale, destinata a semplificare la burocrazia e favorire un mercato interno più integrato. Il ibro evidenzia come questa misura abbia contribuito ad aumentare la compliance fiscale, nonostante le iniziali difficoltà di adattamento da parte delle imprese.
Il capitolo dedicato alla missione Swachh Bharat (India Pulita) mostra come il governo abbia puntato su una trasformazione anche culturale, investendo su infrastrutture igienico-sanitarie ma anche su una massiccia campagna di sensibilizzazione. La costruzione di milioni di toilette, soprattutto nelle aree rurali, viene analizzata non solo come un’opera pubblica, ma come un tentativo di cambiamento sociale profondo.
Interessante anche l’approfondimento sul progetto delle Smart Cities, con il quale l’esecutivo ha voluto spingere verso una modernizzazione dei centri urbani, puntando su sostenibilità ambientale, tecnologia e vivibilità. Il saggio evidenzia sia le ambizioni sia le sfide di un processo che è ancora in corso, ma che ha già generato una nuova attenzione all’urbanizzazione intelligente.
Infine, il libro dedica spazio al posizionamento internazionale dell’India, sottolineando l’attivismo del governo Modi nei consessi multilaterali e la ricerca di nuove alleanze strategiche, in particolare nell’Indo-Pacifico. L’India che emerge da questi saggi è un paese consapevole del proprio peso globale e intenzionato a contare, non solo a livello economico ma anche geopolitico.
Nel complesso, il tono del volume è positivo, talvolta celebrativo, ma sempre supportato da dati, esempi e analisi. Non si tratta di un’agiografia, quanto di un’opera che cerca di documentare i risultati ottenuti, lasciando però poco spazio a critiche o visioni alternative.
La struttura a saggi separati permette di affrontare i temi anche singolarmente, rendendo la lettura accessibile anche a chi voglia approfondire un solo ambito. Tuttavia, la ricchezza di informazioni e la varietà degli argomenti premiano una lettura completa, che consente di cogliere il quadro più ampio della trasformazione in atto.
In definitiva, “India @70, Modi @3.5” è un libro utile per chi voglia comprendere l’evoluzione dell’India contemporanea. Lo consiglio in particolare a studenti, analisti, decisori pubblici e a chiunque abbia interesse per le dinamiche economiche e politiche del subcontinente. È una lettura che unisce rigore, ambizione narrativa e una prospettiva concreta su un paese in pieno cambiamento.