Strategie e approcci alla sicurezza alimentare nel Mediterraneo
di Federico Petteruti Pellegrino
L’attenzione al problema della “food security” è una priorità collettiva: ad essere minacciate sono la nostra salute, l’economia, l’ambiente. Di seguito una descrizione dell'evoluzione della narrazione, del ruolo degli sforzi internazionali e degli approcci regionali per affrontarne le cause profonde. La sensibilità della regione del Mediterraneo è allarmante, eppure Italia e Egitto si fanno promotrici di iniziative encomiabili.
La food security, o sicurezza alimentare, è l’esigenza degli individui di avere accesso a cibo sicuro, nutriente e culturalmente appropriato che soddisfi i desideri e preferenze dietetiche per una vita attiva e sana. Essa non consiste solo nel disporre di cibo a sufficienza, ma anche all’accessibilità dei prezzi e alla qualità degli ingredienti. La sicurezza alimentare impatta non solo sulla salute individuale, ma anche su fattori economici, sociali e ambientali. Le persone che sperimentano insicurezza alimentare possono soffrire di malnutrizione, problemi psicofisici e dunque diminuzione della produttività. Costringere famiglie a scegliere tra pagare per il cibo e altri bisogni di base, come l'alloggio o l'assistenza sanitaria, può causare instabilità economica. La sicurezza alimentare è anche legata alla sostenibilità ambientale, poiché tra le conseguenze di pratiche di produzione irragionevoli si annoverano ad esempio il degrado del sottosuolo e l'inquinamento delle falde acquifere.
Negli ultimi anni c'è stato un crescente riconoscimento della necessità di affrontare le cause profonde dell'insicurezza alimentare, come la povertà, la disuguaglianza e il cambiamento climatico. Sebbene le prime preoccupazioni riguardo la fame e la malnutrizione nel mondo risalgano agli anni '70, esse non rappresentarono priorità politiche fino a quando non emerse con chiarezza che il problema, dal riguardare esclusivamente i paesi in via di sviluppo, si stesse propagando anche nelle nazioni ricche. Nel 1996 si tenne a Roma il Vertice Mondiale sull'Alimentazione, che portò all'adozione del “Piano d'azione” sulla sicurezza alimentare mondiale. Le Nazioni Unite hanno successivamente fissato l'obiettivo di porre fine alla fame nel mondo e raggiungere la sicurezza alimentare entro il 2030 come parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. L’universalità dell'intento si scontra con la necessità di adeguare le sfide e gli approcci a seconda della regione e dei contesti locali. Di conseguenza, nell’implementazione, i paesi sviluppati tendono a concentrarsi sull'accesso e l'accessibilità economica di alimenti sani, mentre i paesi in via di sviluppo prioritizzano l'aumento della produzione alimentare e il miglioramento dei sistemi di distribuzione. Le regioni vulnerabili al cambiamento climatico richiedono misure di rafforzamento della resilienza all’impatto sulla sicurezza alimentare, come ad esempio un'agricoltura intelligente per il clima (CSA) e lo sviluppo di sistemi di allerta precoce. In questa categoria rientrano i paesi che si affacciano sul bacino Mediterraneo, la cui posizione è ulteriormente complicata dall’incremento della siccità. Per affrontare queste sfide vengono promosse l’adozione di pratiche sostenibili, il sostegno ai piccoli agricoltori e la gestione della scarsità dell'acqua. Anche la promozione dei sistemi alimentari locali e tradizionali sta ottenendo riconoscimenti come tramite per preservare la biodiversità e il patrimonio culturale, migliorando allo stesso tempo la sicurezza alimentare.
L'Italia sta affrontando il tema della sicurezza alimentare con la strategia chiave di sostenere i sistemi alimentari locali e promuovere un'agricoltura sostenibile su piccola scala. Ciò si traduce concretamente in iniziative per proteggere i prodotti tradizionali, promozione di agricoltura biologica e utilizzo di pratiche agroecologiche. L'Italia ha inoltre attuato importanti sforzi volti alla riduzione dello spreco alimentare e al miglioramento della distribuzione delle eccedenze, destinandole ai più bisognosi. Da sottolineare infine la promozione di abitudini culinarie sane tra bambini e anziani per sopperire a carenze nutrizionali.
Le principali minacce dell'Egitto alla sicurezza alimentare includono la scarsità d'acqua, i cambiamenti climatici, il degrado del suolo, la crescita della popolazione e la dipendenza dalle importazioni. Il paese sta implementando strategie come il miglioramento dell'efficienza dell'irrigazione, l'utilizzo di colture resistenti alla siccità e l'espansione dell'uso di energia rinnovabile in agricoltura. Il governo sta inoltre promuovendo pratiche di gestione sostenibile del territorio e investendo nella ricerca per sviluppare nuove tecnologie agricole. Affrontare la crescita della popolazione attraverso programmi di istruzione e pianificazione familiare potrebbe ridurre ulteriormente la pressione sulle risorse alimentari. Infine, il rafforzamento dei partenariati regionali e internazionali aumenterà l'accesso al cibo, riducendo la dipendenza dalle importazioni.