La libertà di pensiero e di azione: la cura agli eccessi della finanza

di Giuseppina Maria Immacolata Benvenuto

Jacques de Larosière potrebbe non richiamare l’attenzione di molti; eppure, è stato per oltre vent’anni uno degli uomini più influenti per la finanza internazionale.

L'ex Governatore della Banca di Francia ha recentemente pubblicato «En finir avec le règne de l’illusion financière (Odile Jacob)», un agile pamphlet che racchiude tutti i rischi cui il capitalismo dei nostri giorni deve far fronte. Una situazione pericolosa, che evidenzia la deriva della finanza e i potenziali pericoli per la democrazia.

Con la fine degli accordi di Bretton Woods, l’indebitamento illimitato è diventato routine portando un eccessivo accumulo e conseguentemente una qualità del credito molto bassa. Generalmente la curva del credito e dell’economia possono avere una distanza sostanziale, ma il divario dei nostri giorni è sconcertante e di lungo periodo. Tutto ciò viene giustificato con l’impressione illusoria che il debito non costi quando i tassi sono bassi: ma non possiamo considerarli così per sempre.

In aggiunta, il basso costo del denaro non stimola verso riforme importanti e l’economia intera è legata al volere delle Borse: basti pensare che i banchieri centrali per evitare la recessione acquistano titoli nel mercato, come afferma Jacques de Larosière nell’intervista rilasciata a Beda Romano per «Il Sole 24 Ore»: «Nei fatti abbiamo socializzato il rischio». In questa prospettiva, le banche centrali, seppur indipendenti politicamente, rimangono indiscutibilmente dipendenti dai mercati finanziari.

Mantenendo liquidità i risparmiatori non investono e mancano le risorse per affrontare i grandi problemi del nostro tempo: il calo demografico e il cambiamento climatico. L’Amministrazione così si svilisce negando la sua prima funzione di protettrice della «res publica» manifestando un problema morale di fondo, il tutto contornato da salari stagnanti e divari sociali crescenti.

La cura? La potenza dell’istruzione e l’informazione libera. Acquisiscono così immenso valore le parole dell’ex Governatore: «Mi ricordo quando Paul Volcker fu intervistato per l’ultima volta prima di lasciare la Fed. La sua intervistatrice era a disagio dinanzi alla personalità un po’ burbera del governatore. Gli chiese: se dovesse riassumere la sua principale qualità, come risponderebbe? La competenza? “No. Molti sono competenti”. La lucidità? “No. Molti sono lucidi. La parola giusta è il carattere”, rispose Paul Volcker. Intendeva dire la libertà di pensiero e di azione. Mi piacerebbe poter dire la stessa cosa… ».