Giuseppe Guarino, un Maestro
di Monica Degl’Innocenti
La sua vitalità è stata dirompente, la sua giornata scandita da abitudini a cui non rinunciava mai, le letture, le camminate, le buone conversazioni, la scrittura. La produzione fertile degli ultimi anni è stata animata, talvolta fraintesa, da uno spirito europeista sincero e profondo, avanguardista e fuori dai cori, posizione per la quale era probabilmente stato espunto dal dibattito più conforme e conformato del decennio che si chiude in questi giorni con la svolta epocale che la biologia sta imponendo a tutti noi.
Guarino era già in questa epoca che è nata lo scorso marzo, quando la Presidente von der Layen ha detto “siamo tutti italiani” e le istituzioni europee hanno rimosso il patto di stabilità, battaglia per la quale si era tanto speso. Quando è uscito “Salvare l’Europa, salvare l’Euro”, in cui esprimeva con forza e sapienza da fine giurista la contrarietà ai decisori politici chiamati ad assecondare l’austerità, le sue raffinate considerazioni furono ignorate negli alti consessi. “Abbiamo perso!”, disse all’indomani di un importante incontro politico nel quale la sua posizione non fu nemmeno esaminata. “Non è detto - replicai - la storia rende sempre giustizia alle buone ragioni. Ci vorrà un po’ di tempo”. E così è oggi. C’è una straordinaria attualità nei volumetti scritti con caparbietà sul finire del suo lungo percorso personale, sintesi di un uomo che è stato accademico, avvocato, politico, scrittore, in cui l’obiettivo era da sempre dimostrare che l’Europa nasceva per dare prosperità e non si poteva cambiare questo valore per eurocrazia.
Giuseppe Guarino non si risparmiava nel raccontare con suoi aneddoti episodi famosi e altri meno noti del tempo in cui era stato uno degli avvocati più noti e insieme un politico di primo piano, delle decisioni importanti che era stato chiamato a prendere. Tratteggiava la storia di quegli anni in lunghe chiacchierate nella sua magnifica casa cardinalizia, nelle quali ci piaceva attardarci perché nessun altro riusciva così bene a raccontarci la vita e i personaggi che hanno segnato la politica italiana di quei giorni. E ogni volta era una puntata diversa. Ci mancherai, caro Professore, grazie per quei momenti così ricchi.