Che futuro per l’Unione Europea? Recensione del libro ‘Riflessioni sull’Europa’
di Francesca Dessalvi
Avendo celebrato recentemente 70 anni di integrazione, sorge spontaneo interrogarsi sui risultati raggiunti dal progetto europeo, ma soprattutto su quale futuro attenda l’Europa, date le nuove sfide portate dalla pandemia Covid. L’Unione Europea è invitata a cogliere da questo momento di crisi delle opportunità per rivitalizzare il processo di integrazione. Ma quali sono i quesiti più importanti su cui concentrarsi e quali gli errori più evidenti da correggere? Il libro ‘Riflessioni sull’Europa’, a cura di Alessandro Gennaro e Rainer S. Masera, offre, grazie alla partecipazione di numerosi accademici, interessanti considerazioni da cui partire.
Il volume raccoglie pensieri e contributi espressi dagli autori in occasione del Convegno “Quale Europa” tenutosi presso l’Università Guglielmo Marconi il 9 dicembre scorso, invitando a ragionare sull’ incompiuta costruzione europea e su cosa si è imparato in diversi anni di integrazione. La pandemia e gli squilibri da essa provocati, sono presi come un nuovo punto di partenza, per rimettere in discussione politiche e meccanismi che hanno dato prova di non riuscire più ad essere efficienti in un mondo che si evolve velocemente, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche climatico, economico, produttivo e sociale. L’Unione Europea deve trovare una sua direzione, senza rimanere indietro, e deve ergersi a guida positiva per realtà regionali e democratiche ad essa affini.
Nell’introduzione viene specificato che durante la conferenza sono stati presi come punto di partenza due lavori recenti del Prof. Dario Velo e del Gen. Pasquale Preziosa dai titoli “Quale Europa. Il modello europeo nella storia contemporanea” e “La difesa dell’Europa: la nuova difesa europea per le grandi sfide europee”, che presentano considerevoli riflessioni legate al consolidamento e funzionamento dell’Unione Europea.
Il libro si sviluppa in dieci capitoli, ognuno dei quali espone con considerazioni personali riflessioni su aspetti economici, finanziari, politici, internazionali, ambientali, strutturali, che chiunque interessato allo sviluppo dell’UE, o che si avvicina allo studio della stessa, dovrebbe tenere in considerazione.
Il volume si apre con l’intervento del Preside della Facoltà di Economia “Guglielmo Marconi” nonché curatore del libro Rainer Masera, sulle sfide che l’Unione si trova ad affrontare in seguito alla pandemia. La riflessione parte dall’analisi della necessità di ripensare un nuovo Patto di Stabilità e Crescita e di superare le politiche economiche del passato che hanno portato a un irrigidimento dell’unione monetaria. Occorre invece concentrarsi su una crescita sostenibile volta a finanziare buoni investimenti pubblici attraverso la creazione di un debito comune
Il capitolo seguente, a cura del secondo curatore, si concentra invece sull’Unione Europea e la transizione verso un capitalismo moderno. Il Prof. Alessandro Gennaro evidenzia come sia importante per l’Unione dare vita a un sistema europeo di assicurazione dei depositi che possa consentire il pieno completamento di un’unione bancaria e progredire verso un contesto economico che sia capace di tutelare in modo adeguato la salute e l’ambiente.
Successivi sono gli interventi degli autori dei libri che hanno dato origine al dibattito. Mentre il Prof. Dario Velo partendo dalla crisi dei valori su cui si basano i partiti, e quindi tutto l’ordine sociale e politico, evidenzia come oltre a mantenere la stabilità su cui si basa l’Unione e sostanzialmente la moneta unica, sia importante sostenere i principi di solidarietà e sussidiarietà. L’autore, partendo dalla storia di successo dell’Unione monetaria, teorizza un potenziale sviluppo del federalismo europeo attraverso l’espansione di comunità europee settoriali, che non solo potrebbero contribuire a coprire costi in maniera solidale, che a livello nazionale sarebbero proibitivi, ma allo stesso tempo che tutelino il principio di sussidiarietà che viene descritto come perno dell’ordine giuridico, economico e
costituzionale dell’UE. Successivamente, il Gen. Pasquale Preziosa si concentra sull’aspetto della Difesa. Analizzando documenti nazionali e la loro disomogeneità nella percezione delle minacce, si ricava che le soluzioni da essi proposte non sono coerenti con le sfide che l’Unione nella sua interezza è chiamata ad affrontare. Per questo motivo dall’intervento emerge la necessità di costruire un nuovo concetto di Difesa e ripensare alla politica della Difesa inserendola all’interno di un suo dipartimento, in modo da poter completare l’Unione nella sua mancante dimensione militare.
Risulta essenziale ripensare a un modo per raggiungere la convergenza in maniera solidale, facendo uso delle nuove tecnologie informatiche e di nuovi investimenti che valutino e tengano in conto dei cambiamenti ambientali, come suggerisce il Prof. Francesco Capriglione, che discute l’importante relazione che c’è tra lo sviluppo disomogeneo degli Stati Membri e i conseguenti effetti che la pandemia ha portato in essi.
Anche a livello strutturale, l’UE è chiamata a rivedere la sua deriva. Mentre il Prof. Raffaele Chiarelli riflette sulla rilevanza di superare il deficit di democrazia delle istituzioni europee e sulla centralità del loro ruolo a livello internazionale. La carenza di disegni strategici e di progettualità deve essere superata spostando l’attenzione dalla politica degli Stati nazionali, allo sviluppo del federalismo e sussidiarietà, ricavando un nuovo ruolo per il Parlamento europeo, rendendolo il luogo centrale dove discutere sul futuro dell’Europa. Invece il Prof. Carlo Pelanda propone una nuova lettura degli obiettivi dell’integrazione Europea. L’Unione non deve svilupparsi come un blocco antitetico e contrapposto agli Usa, ma deve essere consolidata in modo da diventare essa stessa un modello integrativo per altre democrazie.
Vengono esaminati dal Prof. Angelo Federico Arcelli, attraverso un excursus che parte dalla creazione dell’euro, fino alle risposte europee alla crisi finanziaria del 2011, i limiti dell’architettura dell’Eurozona. Insufficienze da tenere in
considerazione in luce della crisi portata dal Covid. La necessità di trovare risposte adeguate alla pandemia viene sottolineata anche dal Prof. Renato Giovanni ed il Dott. Stefano Rossoni, che evidenziano l’importanza di tenere sotto controllo il delicato collegamento tra le risposte politiche alla pandemia ed i flussi finanziari internazionali. Ne deriva che la sfida più grande che l’Unione è chiamata ad affrontare, sarà quella di realizzare un percorso di crescita economica più omogeneo e coordinato possibile, in modo da non deludere le aspettative dei grandi investitori e migliorare la funzione attrattiva.
Infine, il Prof. Carli nel suo intervento invita a riflettere su tre fattori che hanno contribuito a generare un blocco nel processo di integrazione, portando poi a un sentimento di disaffezione verso le istituzioni europee da parte dei cittadini. In primo luogo, è fondamentale che si sviluppi un piano di investimenti volti a proteggere e tutelare l’ambiente. Successivamente, è necessario che venga a crearsi una classe politica orientata da una visione comune in grado di trovare risposte organiche per affrontare grandi sfide. Il terzo punto invece sottolinea l’importanza di mantenere vivo uno spirito critico che permetta di alimentare il dialogo europeo all’interno dei confini nazionali, nella speranza di scongiurare il pericolo di ricadere in scelte più convenzionali che potrebbero arrestare il progresso dell’Unione.
I punti di riflessione presentati sono molteplici, e non si limitano solamente ad evidenziare le lacune di un processo di integrazione che ormai vive in una fase di stallo, ma offrono anche spunti per rivitalizzare un dialogo europeo che riavvicini gli obbiettivi degli Stati Membri e i cittadini stessi alla costruzione europea. Diventa importante ripensare a meccanismi volti a offrire stabilità ma non solo in senso strettamente monetario, ma che permettano lo sviluppo di diverse priorità tra le quali: una comunità più prospera, solidale e sostenibile, più attenzione verso un ambiente sicuro e protetto e un'Europa più forte sulla scena mondiale.