L'Italia dei giovani sarebbe diversa
di Clara Giliberti
Quello che viviamo oggi è sicuramente uno dei momenti storici più difficili degli ultimi 50 anni. In Italia, dove le ultime elezioni e i relativi risvolti avevano presto dato modo di captare instabilità e spesso irresolutezza, la crisi del Covid-19 ha ulteriormente peggiorato le cose, creando tensioni politiche e sociali così forti da mettere in crisi l’intera popolazione italiana.
L’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha reso alcune falle del sistema italiano terribilmente visibili, lasciando tutti, giovani e adulti, in balia di uno sconforto senza precedenti. E proprio in un momento così delicato, coloro che avrebbero il compito di dare speranza, intervenire con progettualità ed efficienza, ascoltarsi ed argomentare con diplomazia, aggravano la situazione scontrandosi e contraddicendosi, facendo sì che il popolo si senta completamente abbandonato a sé stesso, perdendo ogni giorno fiducia nei confronti delle Istituzioni.
In questo particolare momento storico, caratterizzato da una crisi che ha colto molteplici sfaccettature della vita del nostro Paese, servirebbe una forte manifestazione di coesione, volontà di cambiare le cose, senso di comunità e non individualismo… Spesso, però, siamo costretti a realizzare che nella realtà, le forze che si manifestano sono agli antipodi di ciò che dovremmo auspicare. Le realtà politiche di rilievo, infatti, piuttosto che unire le proprie energie verso un’unica necessaria direzione, giocano a contendersi la supremazia, accusandosi e sminuendosi l’un l’altra.
Proprio quando si dovrebbe cogliere la gravità della crisi per creare un nuovo paradigma politico-sociale, che non abbia ideali o colori, ma per una volta solo voglia di migliorare le condizioni del Paese e dei suoi cittadini, il panorama politico sembra dirigersi in direzione opposta, mostrando spesso una disarmonia tra le parti e un egoismo fuori luogo.
Ma quindi, cos’è che sarebbe davvero d’aiuto in Italia oggi? C’è chi parla della necessità di un “Partito che non c’è”, che “avrebbe il merito di stabilizzare la situazione politica e di conferire al governo Conte una spinta maggiore per affrontare i problemi del Paese”, affermando che in realtà diverse forze politiche si muovono nell’area di questa tipologia di partito, come Renzi, Calenda e +Europa, in maniera però disgiunta e quindi poco funzionale per il momento storico che stiamo vivendo.
La voce dei giovani, in realtà, crede in altro. Gli stessi giovani che avranno il compito di ingranare una nuova marcia e rimettere in moto il Paese sentono l’esigenza di una ventata di novità. In un momento come questo, in cui il futuro delle generazioni attuali è messo a dura prova anche e soprattutto dai risultati di una politica fortemente egoista e tutta in chiave “economicistica”, la forza politica richiesta non deve avere necessariamente uno schieramento politico, né una strategia demagogica, come quelle che inondano le attuali liste elettorali. Le generazioni future hanno bisogno di una figura che dia loro, prima di tutto, fiducia e credibilità, che sia tutta incentrata sulla risoluzione dei problemi della comunità intera, che abbia come unico scopo e ragione d’essere la volontà di cambiare le cose per assicurare prospettive rassicuranti, coinvolgenti ed inclusive.
Il Paese ha fortemente bisogno di armonia, di parole di pace e di conforto, di una chiarezza che rimandi alla sana politica di un tempo e che spazzi via l’odio e la divisione seminati negli ultimi anni. Una politica che creda nello scambio di opinioni, nell’apertura al dialogo e alla costruzione di un pensiero critico d’insieme e non a slogan e messaggi puramente “pubblicistici”. I giovani di oggi hanno bisogno di qualcuno che creda in loro, che investa tempo e denaro nella loro istruzione, nelle loro idee e, quindi, nella loro realizzazione. La generazione X è chiamata ad un impegno fisico e morale enorme perché vi sia una luce di speranza in tempi così rigidi e bui, perché il cambiamento avvenga e avvenga anche in fretta. Per tale motivo, la stessa generazione ha bisogno di fiducia.
Questa fiducia può essere trasmessa sotto diverse forme: prima fra tutte attraverso il miglioramento e il rinnovamento del sistema d’Istruzione. Quest’ultimo deve tener conto, partendo dalla scuola, dei cambiamenti della società, inserendo materie che spronino i giovani nella creazione di una vera consapevolezza e li aiutino nelle scelte cruciali della loro vita, assicurando un trattamento eguale per tutti. Allo stesso modo, l’Università deve garantire un’efficiente offerta formativa e pari opportunità lavorative, a prescindere dal ceto di appartenenza.
Lo studio e la cultura sono uno strumento estremamente potente, spesso e volentieri sottovalutato dalle figure politiche odierne. Educare alla bellezza, alla curiosità e alla costanza significa intervenire positivamente sulla crescita delle giovani generazioni, che saranno gli adulti, i cittadini e i lavoratori di domani.
Aperta la parentesi cultura, è impossibile non sottolineare la forte e paradossale esigenza presente in Italia, culla di storia e di arte, di investire in settori che potrebbero aiutare l’economia del Paese, creando opportunità lavorative e rafforzando la Brand Identity italiana. Turismo, arte, teatro, musica, cinema, ricerca scientifica e umanistica (…) sono forme di cultura che dovrebbero rappresentare un vanto per il nostro Territorio, che vengono però trascurate e sminuite in molteplici occasioni, scoraggiando quella parte di giovani costretta ad accantonare passioni pure e viscerali, poiché non rassicuranti dal punto di vista lavorativo.
Un’altra forma di fiducia risiede nel miglioramento delle condizioni sanitarie del Paese, legate a due importanti pilastri, quali la Sanità e l’Ambiente.
La crisi del Coronavirus ha proposto alle forze politiche di tutto il mondo un dilemma senza precedenti: sacrificare la vita di molte persone anziane e vulnerabili o sacrificare la sopravvivenza economica di molti giovani e indipendenti.
Non è senza ironia che sia stato il mondo della finanza, di solito arrogante e spesso inaccessibile, ad essere il primo a crollare. Dimostrando così che la circolazione del denaro nel mondo poggia su una risorsa che tutti noi abbiamo dato per scontata: la salute dei cittadini. Perché i giovani si sentano tutelati e, quindi, supportati durante la loro vita, il tema ambientale deve divenire di estrema premura per l’intera classe politica. La distruzione dell’ecosistema, il relativo sopruso della natura devono cessare, i compromessi per salvaguardare gli interessi economici dell’elitè devono essere apertamente denunciati. Questo perché le condizioni ambientali, come abbiamo avuto modo di percepire durante questa crisi, sono precondizioni fondamentali per la vita e la salute dei cittadini. Rispettare e salvaguardare la natura significa difendere e garantire una vita dignitosa e sicura alle generazioni future.
Parallelamente alla protezione dell’ambiente, ingenti investimenti devono essere effettuati nell’ambito della ricerca scientifica e della sanità, perché i cittadini possano sentirsi protetti e ricambiati della ricchezza che contribuiscono a creare quotidianamente. Oggigiorno, innovare in sanità significa rafforzare l’impianto sociale: il vero impatto sulla salute della popolazione del terzo millennio e, di conseguenza, sull’economia e sulla forza di un paese, passa attraverso misure più semplici di quanto possiamo pensare. Operazioni come promuovere la prevenzione, assicurare servizi di base capillari, regolamentare durata e modalità dei ricoveri, informare e comunicare con i cittadini, sono di estrema importanza per salvare vite umane e migliorare la qualità di vita dei cittadini. I cittadini sono stanchi di temere per la propria incolumità, pur contribuendo alla sanità pubblica attraverso le tasse, perché vi sono ancora favoreggiamenti per scelte d’investimento apparentemente più fruttuose per lo Stato.
Ultimo e forse più importante strumento per trasmettere fiducia alle prossime generazioni è la lotta alla disuguaglianza. Le forze politiche devono impegnarsi per affrontare problemi economici cruciali come la persistente disoccupazione, la povertà e la fame che affliggono la stragrande maggioranza della popolazione italiana, sacrificata all’avidità di pochi. Il nostro sistema politico deve proteggere chi sta in fondo alla scala sociale e impedire gli abusi societari. Deve garantire il diritto a un lavoro decente per una retribuzione decente e un’economia e una società più eque nei confronti della dignità dei cittadini. Perché questo avvenga, le forze politiche devono impegnarsi perché vi sia una redistribuzione della ricchezza più giusta, anche e soprattutto attraverso un sistema di imposizione fiscale che tuteli i più deboli, perché la povertà sparisca e a tutti vengano garantite le stesse opportunità di crescita.
Riusciremo ad assistere alla creazione di questo nuovo paradigma politico-sociale e ritrovare un orientamento dei valori più umano? La risposta è nelle mani di chi ha il potere di cambiare le cose, e si chiama forza di volontà. I giovani del Bel Paese non aspettano altro, affamati di rivincita e voglia di vivere.