Un commissario di alto profilo per il Piano Marshall post-Covid
di Federico Carli e Giorgio La Malfa
Articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore (24.07.2020)
Poco più di 200 miliardi di euro è l’ammontare di risorse, fra prestiti e contributi a fondo perduto, che l’Europa si appresta a mettere a disposizione dell’Italia nell’arco di un quadriennio. Questa cifra rappresenta oltre il 10% del reddito nazionale del 2019. Se ben utilizzata, può non solo compensare la flessione di quest’anno, ma avviare l’Italia, dopo anni di stagnazione, su un solido sentiero di crescita. Il precedente storico è costituito dal Piano Marshall che, all’indomani della Seconda guerra mondiale, in quattro anni mise a disposizione dell’Italia una cifra dello stesso ordine di grandezza in rapporto al Pil di quel tempo. Allora, l’uso accorto dei fondi contribuì non solo alla ricostruzione, ma all’avvio di quello che divenne il “miracolo economico” italiano. Oggi si pone un problema analogo e si offre un’analoga occasione. Non possiamo sbagliare anche perché l’ingente mole del debito pubblico in rapporto al Pil è una spada di Damocle sospesa sull’Italia: questa è l’ultima occasione per allontanarla dalle nostre teste. La Fondazione Ugo La Malfa e l’Associazione Guido Carli, due enti culturali legati ai nomi e all’opera di uomini che sono stati protagonisti del miracolo economico postbellico, hanno elaborato una proposta circa il modo di utilizzare le risorse europee. In particolare riteniamo che quattro debbano essere i capisaldi del progetto: l’istituzione di un centro unitario per la elaborazione e la realizzazione del programma; l’adozione di criteri rigorosi e trasparenti per la selezione dei progetti che avranno accesso ai fondi; l’introduzione di meccanismi di spesa che garantiscano la tempestività delle erogazioni; l’interazione e il dialogo costante con le istituzioni europee. Le linee principali della nostra proposta sono le seguenti. Poiché è indispensabile un centro unitario di elaborazione ed esecuzione del programma, si deve istituire un Commissariato che avrà durata temporale limitata, legata a quella del Next Generation Eu. Non ci si può affidare né alla raccolta delle proposte dei singoli dicasteri di spesa perché questo non assicurerebbe l’esame comparativo dei benefici dei diversi progetti, né distribuire i fondi fra le diverse amministrazioni, sperando che esse riescano a spenderle presto e bene. I ministeri, gli enti pubblici esistenti, le regioni non sono in grado di garantire né una scelta qualitativa adeguata, né una valutazione comparativa dell’efficacia dei progetti che aspirano al finanziamento. Solo un progetto concepito e realizzato unitariamente può rispondere alle esigenze che dobbiamo soddisfare. Il Commissario avrà il compito di proporre al Consiglio dei ministri una ripartizione settoriale dei fondi per la ripresa e l’adozione dei necessari criteri di valutazione dei progetti. Questo schema dovrà essere sottoposto al Parlamento nelle forme che verranno definite e, una volta approvato, affidato al Commissario per la sua realizzazione. Il Commissario avrà la responsabilità della realizzazione del piano nei tempi prefissati; dovrà definire l’adozione di criteri rigorosi di analisi dei costi e dei benefici e avrà il compito di interloquire con la Commissione europea nella realizzazione del progetto. La legge stabilirà i criteri di nomina del Commissario, le procedure per la scelta dei progetti; le procedure semplificate di spesa. Proponiamo infine che l’attività del Commissario venga sottoposta al controllo di una Commissione composta di nove membri, otto dei quali designati pariteticamente dai gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione ed il nono, che la presiederà designato dal Presidente della Repubblica. Pur non creando confusioni di ruoli, non si devono escludere le forze di opposizione dalla partecipazione a questo grande sforzo nazionale. L’Italia deve darsi strutture e procedure nuove per cogliere l’occasione che l’Europa ci offre. Esistono personalità che possono assicurare a noi e all’Europa una gestione all’altezza della problematica. Non avremmo difficoltà a fare il nome che secondo noi risponderebbe pienamente a questi obiettivi. Il Consiglio Europeo ha dato una risposta coraggiosa ai problemi posti dalla pandemia. Ora tocca a all’Italia dimostrarsi all’altezza della sfida.
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