Webinar di competere

Relatori
Federico Carli, Presidente Associazione di Cultura Economica e Politica Guido Carli
Pietro Paganini, Presidente di Competere, https://www.competere.eu/

L'emergenza sanitaria, gravissima di per sé, ha messo in luce problemi già esistenti e già evidenti a chi avesse voluto vederli ben prima che il coronavirus ci colpisse: la debolezza dell'economia italiana, la fragilità dei suoi assetti istituzionali, lo scollamento della società, che era già vicina a un punto di rottura quando l'epidemia era un evento inimmaginabile. Soprattutto, ha messo in luce l’incompiutezza e l’inadeguatezza attuali dell’UE. 

In occasione di un convegno organizzato dall’Associazione Guido Carli alla fine dell’estate 2019, il Presidente della Consob ha ricordato, per esempio, che già “lo scorso 7 settembre il Presidente della Repubblica Mattarella aveva ribadito i punti sollevati nella sua illuminante prolusione all’Università di Lund del novembre 2018, quando affermò che «fosse dirimente un chiarimento introspettivo sulla direzione di marcia che i popoli europei intendono percorrere» di comune accordo, secondo il principio di sussidiarietà. L’idea di un’Europa unita riprenderà vigore il giorno in cui sarà possibile discutere seriamente dei contenuti da dare alla richiesta di riesame o di completamento, senza che i partecipanti al dibattito incappino nella consueta distinzione tra europeisti e antieuropeisti”. In questa cornice deve essere inquadrata la proposta dei “solidarity-bond”, che è stata formulata il 7 marzo in un'intervista concessa da Federico Carli a Avvenire, che è stata poi ripresa da vari economisti italiani e infine fatta propria dal nostro governo che l'ha formalmente avanzata in sede europea. 

Il punto è duplice: 1) far affluire risorse all'economia reale, segnatamente agli investimenti di cui c'è evidente bisogno dopo la spinta contenitiva degli ultimi anni; 2) rivitalizzare su nuove basi il disegno europeo. I “solidarity-bond” costituiscono uno strumento tecnico che ha un obiettivo politico: rilanciare un'Europa carente e ingessata, che, di fronte alla crisi del coronavirus, ha manifestato tutti i suoi limiti e rischia la disgregazione. Essi sono pensati per consentire il finanziamento di indispensabili piani d'investimento senza gravare sul debito dei singoli Stati e per dare un impulso affinché le istituzioni di Bruxelles e i governi dei Paesi membri tornino a ispirare le proprie azioni secondo i principi della solidarietà, della cooperazione e della sussidiarietà. Sotto il profilo strettamente economico, queste obbligazioni di scopo, volte a finanziare investimenti per l’adeguamento delle strutture sanitarie europee, insieme con l’introduzione della “golden rule”, altro obiettivo di cui il governo italiano deve farsi portabandiera, mirano a distinguere tra spese correnti e spese in conto capitale affinché solo le prime siano assoggettate ai vincoli di bilancio stabiliti dall’UE. 

La realizzazione di piani pluriennali d’investimenti per l’adeguamento delle nostre strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale, per favorire la transizione ecologica, per la messa in sicurezza del territorio, per la modernizzazione delle reti infrastrutturali (materiali e immateriali), per la scuola, non solo rappresenta un’indispensabile forma di sostegno per l’economia reale (imprenditori, lavoratori, famiglie) colpita duramente dalla crisi scaturita dall’epidemia Covid-19, ma costituisce altresì una strategia politica per attenuare gli inaccettabili squilibri e disuguaglianze tra gruppi di cittadini e tra territori, per tutelare e per dare piena dignità alla vita stessa delle persone. In altri termini, per rivitalizzare l’Europa riportandola nel solco pensato e tracciato dai padri fondatori, tra i quali spicca in tutta la sua grandezza la figura di Alcide De Gasperi.
(Passaggio tratto dall'intervista pubblicata dalla Fondazione De Gasperi il 25 marzo 2020, www.fondazionedegasperi.org/)

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