Milano, Banca d'Italia
Via Cordusio, 5
Introduce:
Giuseppe Sopranzetti (Direttore della Banca d'Italia, Sede di Milano)
Partecipano:
Antonio Calabrò (Vicepresidente di Assolombarda)
Giangiacomo Nardozzi (già professore di Economia Politica, Politecnico di Milano)
Guido M. Rey (Istituto di Management, S.S. Sant'Anna di Pisa)
Fabrizio Saccomanni (Presidente UniCredit)
Modera: Federico Carli (Associazione di cultura economica e politica Guido Carli)
TORNARE ALLA CRESCITA - Perché l'economia italiana è in crisi e cosa fare per rifondarla.
Vivace in passato, l’economia italiana è ferma da un quarto di secolo. Alla decadenza hanno concorso la finanza pubblica, squilibrata; le infrastrutture, deteriorate; l’ordinamento giuridico, inadeguato; il dinamismo d’impresa, appannato. L’Europa non fa quanto potrebbe. A reagire, a fare fronte, sono chiamate cultura, istituzioni, politica, da ultimo la società civile del paese. Solo così potrà ritrovarsi la via della crescita.
In Italia la produttività è bassa, la disoccupazione alta, lenta la fuoruscita dalle recessioni del 2008-2013. Eppure molti hanno ostentato e taluni ancora oggi continuano a ostentare ottimismo, non solo governanti ansiosi di consenso. In realtà: il debito pubblico innervosisce i mercati finanziari; le infrastrutture si depauperano; il diritto dell’economia è superato; le imprese non rispondono all’urgenza di investire, innovare, cogliere le opportunità della rivoluzione digitale. Hanno pesato i limiti della politica economica degli ultimi 25 anni: l’incompleto risanamento del bilancio; il taglio degli investimenti pubblici; i ritardi nella riscrittura dell’ordinamento; le insufficienti pressioni concorrenziali sulle imprese. Sin dalla svalutazione della lira del 1992 le imprese si sono adagiate sui facili profitti prospettati dal cambio debole, dalla moderazione salariale, dai sussidi statali, dalla scandalosa evasione delle imposte. S’impone una rifondazione dell’economia, che ne arresti il regresso. L’euro è moneta preziosa, irrinunciabile. Ha assicurato prezzi stabili e calmierato i tassi d’interesse. È la politica economica europea a essere bloccata. Ma la crisi affonda le radici oltre l’economia, nello strato più profondo della cultura, delle istituzioni, della politica del Belpaese. Con un’analisi di ampio respiro, Pierluigi Ciocca ricostruisce la preoccupante condizione economica, mostra la difficoltà della presa di coscienza del malanno italiano. Il libro offre tuttavia una ricetta per portare l’Italia fuori dalle sabbie mobili in cui da troppo tempo si dibatte. Indica sette linee d’intervento: dal riequilibrio del bilancio a una nuova strategia per il Sud, passando per gli investimenti pubblici, una diversa politica europea, la perequazione distributiva, un nuovo diritto dell’economia, la concorrenza. L’attuazione di questi interventi, da parte dei governanti e delle imprese, è da ultimo affidata alla presa di coscienza e alla volontà di riscatto di una società civile meglio informata.
Federico Carli, Banca d’Italia, Milano, Marzo 2019
Federico Carli, Banca d’Italia, Milano, Marzo 2019
Pierluigi Ciocca