L'innovazione tecnologica è la creazione di conoscenza aggiuntiva applicata alla soluzione di problemi di ordine pratico, essa determina e sospinge la crescita economica e rappresenta il motore primario dello sviluppo umano. Gli effetti di lungo periodo dell'innovazione non si riflettono soltanto nelle variabili economice - reddito e ricchezza -, ma sulla stessa prestanza fisica e vita dell'uomo (altezza e speranza di vita sono cresciute costantemente e sensibilmente in ogni paese che ha potuto sperimentare il progresso capitalistico fondato sull'innovazione tecnologica).

Sotto il profilo strettamente economico, la misura dell'innovazione tecnologica è data dalla produttività del sistema, che determina la crescita tendenziale di una Nazione. Nei periodi d'oro dell'economia di ciascun paese, la produttività è cresciuta a ritmi significativi, trainando intere società verso livelli maggiori di benessere. La prima e la seconda rivoluzione industriale segnano lo spartiacque nella storia dell'uomo, identificando un prima e un dopo: il modello capitalistico sprigiona una forza di crescita della produttività, mai sperimentata dall'umanità nei secoli precedenti. Telai meccanici, macchina a vapore, motore a scoppio, energia generata da combustibili fossili, fertilizzanti, trasporti di massa, elettrodomestici, nuovi beni alimentari hanno caratterizzato il movimento propulsivo delle società occidentali durante le prime tre rivoluzioni industriali. I tassi di crescita della produttività sono stati straordinari, la crescita e la diffusione di benessere e ricchezza strabilianti.

Oggi le tecnologie digitali e informatiche hanno aperto una nuova era: tutti parlano di transizione e addirittura di rivoluzione digitale. Esiste tuttavia un paradosso. Con l'eccezione della Cina e altri paesi asiatici, la produttività in Italia, in Europa e perfino negli Stati Uniti negli ultimi vent'anni ha mostrato performance deludenti: incrementi poco significativi, se non vero e proprio ristagno. Di fronte a aspettative molto grandi e a una forte retorica intorno ai benefici che la digitalizzazione dell'economia avrebbe generato, dobbiamo porci alcune domande: cosa è andato storto? Cosa non ha funzionato?

A miglioramenti delle condizioni del cliente e della vita sociale, non hanno corrisposto sensibili incrementi della produttività. C'è dunque molto lavoro per gli studiosi dell'innovazione e dei suoi processi: cosa è possibile fare affinché i benefici potenziali della rivoluzione digitale divengano reali? E' probabilmente necessario concentrare gli sforzi per la diffusione e l'intelligente applicazione delle nuove tecnologie innanzi tutto in quei settori che entrano nella produzione di ogni prodotto e, in secondo luogo, comprendere in quale modo sia possibile innalzare l'efficienza media del sistema attraverso l'adeguamento dei processi lavorativi interni alle aziende di ogni dimensione.


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